Ancora qualche mese e festeggeremo, si fa per dire, i due anni più strani della nostra vita. La pandemia da Covid-19 ha stravolto il nostro quotidiano, imponendoci restrizioni e obblighi di vario tipo. Virologi da salotto, la classe politica e quasi tutti gli organi di stampa hanno decretato che l’unico modo per uscire dalla situazione attuale è il “vaccino”, la panacea di tutti i mali. Nessun cenno a prevenzione, dieta e stili di vita corretti, assunzione di integratori, terapie precoci. Al netto delle polemiche, ci piace sottolineare il ruolo dell’alimentazione, che per noi vegani rappresenta una scelta etica e salutare. Anche la comunità scientifica, con buona pace dei detrattori del mondo vegano, è dalla nostra parte.
Sintomi a lunga scadenza
Sul numero del 10 settembre 2021 della rivista Current Nutrition Report, il dottor Maximilian Andrea Storz, infettivologo tedesco, ha analizzato l’impatto della dieta nei pazienti “long-Covid”, quelli cioè che continuano a manifestare sintomi – depressione, stanchezza, ansia, debolezza muscolare, peggiore qualità del sonno ecc. – anche dopo mesi dalla fase acuta dell’infezione. Vuoi vedere, si è chiesto Storz, che nei soggetti che seguono un’alimentazione ricca di verdura, frutta, cereali integrali, legumi e altre delizie vegetali i postumi del Covid sono inferiori?
Noi siamo più protetti
Prima di rispondere a questa domanda, va fatta una premessa che, sebbene non sia mai emersa nella narrativa mainstream della pandemia, a noi è ben conosciuta: i vegani si ammalano di meno in generale e ancor meno quando i virus attaccano il sistema immunitario. Del resto, che cosa meglio di un regime alimentare che comprende antiossidanti, fibre, polifenoli, fitosteroli, quercetina e mille altre sostanze per proteggere il nostro organismo e contrastare con efficacia gli attacchi esterni? I benefici si ripercuotono – confermano gli studi – su corpo e mente.
Contro il Covid, ma non solo
Ma tornando a bomba: un’alimentazione a base vegetale migliora la vita del pazienti “long Covid”? La risposta è sì. La promozione su larga scala di modelli alimentari a base vegetale – sostiene l’infettivologo tedesco – ha un impatto positivo sul miglioramento delle condizioni fisiche e mentali dei soggetti che hanno avuto il Covid e che, a guarigione avvenuta, soffrono ancora per i postumi dell’infezione. Gli studi scientifici che hanno dimostrato la relazione tra dieta vegetale e miglioramento della convalescenza post Covid sono pochi, conclude Storz, ma è fuori di dubbio che le indicazioni emerse suggeriscono di incentivare un’alimentazione che dia largo spazio a verdure, cereali integrali e legumi.
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