Come ogni anno, la seconda domenica di maggio è dedicata alle mamme. Festa laica tra le più sentite e celebrate, impegna da sempre i bambini nella preparazione di regalini e frasi colme d’affetto che, è inevitabile, faranno luccicare gli occhi delle loro amate mamme.
Non tutte le mamme, però, potranno festeggiare insieme ai propri figli. Ci sono mamme che non solo non godranno mai della vicinanza dei propri cuccioli, ma al contrario non se ne prenderanno cura poiché il loro destino è segnato. Tra le tante specie di esseri viventi non umani ai quali la vita riserva questo trattamento, le scrofe sono le più disgraziate.
Le scrofe, le più martoriate
La situazione è drammatica e, sempre di più, inaccettabile: oltre a essere inseminate artificialmente a cicli regolari, le scrofe sono costrette a patire una vera e propria tortura per lunghi mesi.
Attualmente, nell’Unione Europea 11 milioni di scrofe vengono rinchiuse nelle cosiddette gabbie di gestazione: non possono nemmeno fare semplici movimenti, come per esempio alzarsi in piedi, e non possono avere alcun tipo di contatto con i cuccioli, a parte offrigli il latte che hanno a disposizione, pur sempre da dietro le fredde sbarre di una gabbia.
Gestazione, parto e allattamento avvengono dentro una gabbia, privando le scrofe del diritto che ogni madre dovrebbe avere: prendersi cura dei propri figli.
Iniziative da sostenere
Per questo, in occasione delle festa della Mamma, la coalizione internazionale End the Cage Age — di cui Animal Equality fa parte — ha pubblicato in rete Motherhood, un cortometraggio che affronta il tema della sofferenza di scrofe e suinetti negli allevamenti intensivi.
Sei drammatici minuti che mostrano, in tutta la loro crudezza, quello che accade in tutti gli allevamenti intensivi di maiali.
Dire basta a questo scempio e fare qualcosa di concreto si può. Nel sito di Animal Equality tutte le info.