martedì, Aprile 16, 2024
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Al bando i formaggi!

“Se nei suoi confronti provi un amore folle, devi sapere due cose: questo sentimento non è ricambiato (lui non vuole il tuo bene) e prima volgerai lo sguardo altrove e meglio sarà per te”. Non abbiamo trovato questa frase in un romanzo “rosa”, ma nell’interessante libro di uno dei massimi esperti mondiali in campo nutrizionale: Neal Barnard. E chi è il responsabile di questo sentimento così intenso ma che non viene corrisposto? Uno degli alimenti più amati da tutti, e dagli italiani in particolare: il formaggio. Eh sì, dobbiamo farcene una ragione: i formaggi sono gustosi al palato ma dannosi per il nostro organismo e, più in generale, per il nostro benessere. 

Un libro lungimirante
E non si tratta di una ottusa avversione verso un cibo che semplicemente non piace. Nel libro La trappola del formaggio (Sonda Edizioni) Barnard esamina in modo impietoso e documentato il variegato mondo dei formaggi e la filiera produttiva, soffermandosi in particolare sulle ripercussioni nefaste che il consumo di questo alimento, da lui chiamato lo “tsunami giallo”, innesca nelle nostre arterie, nelle articolazioni, nel cervello, oltre che sul nostro girovita… Entriamo nel dettaglio, soffermandoci sugli aspetti più scientifici dell’opera di Barnard e invitandovi a leggerla nel caso vogliate approfondire l’argomento.

Fa ingrassare e dà dipendenza

Il formaggio è un cibo tra i più deleteri: fa ingrassare più di pane, patate e addirittura zucchero puro. Può sembrare strano, ma il motivo è presto detto: la maggior parte delle calorie di un qualunque formaggio – circa il 70% – deriva dal grasso, e ogni singolo grammo di grasso contiene nove calorie. Lo zucchero ne ha solo quattro per grammo. Non stiamo ovviamente dicendo di ripiegare sullo zucchero, evidenziamo soltanto il fatto che il grasso del formaggio ha più del doppio delle calorie che possiamo trovare anche nel più concentrato degli zuccheri, che si accumulano con facilità sulla pancia, sulle cosce, sotto il mento e altrove. Le potete vedere e toccare con mano, e leggere il risultato quando salite sulla bilancia.

Inoltre il formaggio, non appena ingerito, rilascia particolari molecole – le caseomorfine – in grado di scatenare nel cervello gli stessi meccanismi messi in atto dall’assunzione di sostanze stupefacenti. Questo fenomeno è stato comprovato da approfondite ricerche compiute da un gruppo di scienziati dell’università del Michigan. Il formaggio è perciò una sorta di droga dalla quale non è facile liberarsi. Non a caso, se chiedete a dieci vegani quale prodotto di derivazione animale manchi loro di più, soltanto uno vi risponderà “impepata di cozze” o “tagliata di manzo”: gli altri nove risponderanno “mozzarella” oppure “gorgonzola”.

Sarà anche buono, però fa male

Ci sono però altri problemi innescati dal consumo di formaggi: un numero sorprendente di condizioni patologiche collegate al suo consumo e a quello dei latticini in generale. L’ipercolesterolemia, per esempio, potrebbe essere causata dal formaggio che, essendo una fonte ingente di grassi saturi, fa schizzare in alto i livelli di colesterolo. Anche i valori pressori non traggono giovamento da uno smodato consumo di formaggio: molto ricco di sodio e di grassi, i formaggi sono spesso responsabili di ipertensione arteriosa, mettendo sotto stress l’apparato cardiocircolatorio.

Nei pazienti con diabete, inoltre, i grassi saturi presenti nel formaggio determinano insulino-resistenza, rendendo più difficoltosa la gestione della patologia.

Infine, se siete affetti da artrite reumatoide o da una qualunque altra patologia autoimmune, responsabili potrebbero essere le proteine dei latticini – altamente concentrate nel formaggio – che scatenano i sintomi. Si potrebbe anche parlare di difficoltà respiratorie, emicrania, acne, difficoltà digestive…

Insomma, nessuno osa mettere in discussione il piacere che regala al palato una fetta di formaggio, ma se ci limitiamo a valutare gli effetti che il consumo di formaggio ha sul nostro organismo il risultato lascia poco spazio al dubbio.

Valide alternative vegetali

Ma nel libro di Barnard non ci sono soltanto brutte notizie. Come accade in tutte le proposte editoriali che portano la firma del medico statunitense, le pagine conclusive guidano il lettore al cambiamento radicale, in grado di regalare al nostro organismo un concreto benessere.
Eravate, o siete ancora, consumatori compulsivi di formaggio? Niente drammi, ci sono alternative vegetali che vi sorprenderanno per qualità e prelibatezza. Le ultime cento pagine del manuale di Barnard sono perciò dedicate alla realizzazione casalinga dei vostri “formaggi”: consigli pratici, ingredienti, ricette e altro ancora. Potrete così ancora portare in tavola un tagliere di formaggi, senza peraltro appesantire il vostro organismo e riempirlo di sostanze dannose per la salute.

E se non avete tempo o voglia di cimentarvi nell’auto-produzione di formaggi, potrete scegliere tra le tantissime proposte che lo shop di Cuorevegano ha per voi!

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